Siamo soliti associare, soprattutto in Italia, il riuso del container marittimo ai moduli abitativi temporanei, realizzati per emergenze e terremoti.

Siamo soliti associare, soprattutto in Italia, il riuso del container marittimo ai moduli abitativi temporanei, realizzati per emergenze e terremoti.

Negli ultimi anni però le case-container rappresentano un’alternativa all’abitazione tradizionale, inoltre sono già ampliamente consolidate in molti paesi dell’Europa e stati dell’America.

In Italia queste soluzioni sono ancora in fase di diffusione, nonostante siano stati messi a punto progetti interessanti che dimostrano un possibile mercato della container architecture (intesa come soluzione permanente dell’abitare) anche nel nostro territorio. Ne sono un esempio le ville unifamiliari CH-O e CH-S nella vallata di Torresquadrata a Todi (Perugia), progettate dallo studio LAD – Laboratorio di Architettura e Design per esser realizzate attraverso la riconversione dei container marittimi in abitazione, raggiungendo una qualità tipologica, strutturale ed ambientale assolutamente competitiva con le soluzioni costruttive tradizionali.

Villa CH-O presenta un assetto "a corte sospesa" determinato dalla disposizione dei container attorno ad un cortile centrale © LAD - Laboratorio di Architettura e Design

Villa CH-O presenta un assetto “a corte sospesa” determinato dalla disposizione dei container attorno ad un cortile centrale © LAD – Laboratorio di Architettura e Design

In sintonia con il paesaggio rurale dell’Umbria, le case CH-O e CH-S (Container House type “O” – type “S”), la cui costruzione è prevista per il 2018, sorgono su due terreni vicini in un lotto dalla forte pendenza e presentano una distribuzione su due livelli. Il piano sottostante, destinato alla zona notte, è costituito da un basamento in calcestruzzo al di sopra del quale sono posizionati i container, combinati tra loro a formare la zona giorno della casa con parti in aggetto sostenute da elementi strutturali in acciaio. Nella villa CH-O, ampia 190 mq, è evidente la tipologia a corte sospesa, determinata dalla disposizione dei container attorno ad un cortile centrale; CH-S, ampia 133 mq, segue invece una configurazione allungata nella quale i container sono sfalsati per ottenere vuoti, logge e vetrate proiettati verso l’esterno. Il concept che ha guidato i progettisti dello studio LAD è stato infatti quello di considerare le architetture dei dispositivi ottici, delle “macchine per osservare il paesaggio” con aperture che inquadrano punti precisi dell’area circostante e permettono la contemplazione.

Villa CH-S presenta una configurazione allungata nella quale i container sono sfalsati per ottenere vuoti, logge e vetrate proiettate verso il paesaggio © LAD - Laboratorio di Architettura e Design

Villa CH-S presenta una configurazione allungata nella quale i container sono sfalsati per ottenere vuoti, logge e vetrate proiettate verso il paesaggio © LAD – Laboratorio di Architettura e Design

Entrambe le ville unifamiliari sono state progettate per Hometainer Italia, una start up fondata nel 2014 con l’intento di promuovere soluzioni abitative/ricettive dal riciclo di due tipologie di container marittimi, 40′ HC e 20′ HC. Ideati per il trasporto intermodale delle merci, essi si configurano infatti come parallelepipedi modulari in acciaio Corten con dimensioni standardizzate in sede internazionale nel 1967 (in questo caso le due tipologie di container sono ampie rispettivamente 28,3 mq e 13,87 mq) e dalla loro combinazione volumetrica è possibile ottenere infinite soluzioni per l’abitare. La sfida per Hometainer è quella di proporre strutture ecosostenibili, innovative, di design, antisismiche ed economiche, dato che la riconversione di un container in un micro-appartamento può costare fino al 25% in meno di una costruzione in calcestruzzo.

Villa CH-S nel paesaggio rurale dell'Umbria © LAD - Laboratorio di Architettura e Design

Villa CH-S nel paesaggio rurale dell’Umbria © LAD – Laboratorio di Architettura e Design

Dal punto di vista energetico, le ville CH-O e CH-S presentano un rivestimento a cappotto posizionato all’esterno della lamiera strutturale del container per raggiungere ottime prestazioni termiche ad alta efficienza energetica con un valore di trasmittanza inferiore a 0,17 W/mqK. Attraverso l’uso del sistema fotovoltaico e del solare termico, l’energia è inoltre prodotta con fonti rinnovabili.
Tra gli ultimi progetti realizzati in Italia e nel mondo con container riciclati, per far fronte a soluzioni architettoniche temporanee o permanenti, segnaliamo: il centro sportivo di Casalgrande vicino a Reggio Emilia, costruito in soli due mesi; la scuola temporanea a Lana(Bolzano), riconosciuta come la più grande struttura in container d’Europa (sono 117 i container messi in opera); lo studentato fatto di container galleggianti, opera di Big a Copenaghen, di cui è stato realizzato il primo prototipo; la stazione di ricerca in Antartide dello studio tedesco Bof Architekten.

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